Paride Bianco al Simposio Internazionale

Paride Bianco al Simposio Internazionale per le celebrazioni del 7° Centenario della morte di Dante

“Puro e disposto a salir le stelle” è l’opera del Maestro Paride Bianco, livornese d’adozione, che il comitato organizzativo del simposio internazionale su Dante ha scelto per il manifesto a ricordo dell’evento.
Dante, ses critiques, ses imitateurs – France-Italie XX°- XXI siècle” nasce da una collaborazione tra le università di Clermont-Auvergne e Ca’ Foscari di Venezia e si avvale del contributo di studiosi della maggiori università francesi e italiane1, dell’apporto di scrittori e poeti e dei traslati pittorici del pittore veneziano, chiamato a “Ri-citer Dante, conceptualiser la ‘Comédie’ ”.
Senza dimenticare come Dante sia stato percepito nel XIX° secolo un “effetto della memoria” (patriottico, letterario, politico), l’analisi più recente riporta questo mostro sacro della letteratura mondiale a una dimensione più intima e domestica, esaltando nel contempo una poesia assoluta e corale (Carlo Ossola)2
.
Come la responsabile dell’organizzazione, prof.ssa Donatella Bisconti, ha dichiarato in premessa alla presentazione del progetto, il simposio – che sarà trasmesso in videoconferenza il 25 e 26 marzo prossimi – si concentrerà su due assi speculativi: il contributo dei dantologi italiani e francesi, con l’ambizione di evidenziare le omologie, ma anche le differenze nei due tipi di approccio scientifico: maggiormente impegnati nell’esplorazione filosofica e in una visione più globale e contestualizzata del lavoro di Dante, gli studiosi francesi; sul peso della forma, della lettera del testo, in un approccio più filologico, la dantologia italiana. Lo scopo è quello di verificare il possibile realizzo dell’integrazione tra i due metodi, in prospettiva di un diverso futuro.

 

Il simposio si è dato pertanto come obiettivo la riflessione di poeti e scrittori italiani e francesi sull’opera di Dante, ai quali è stata riservata finora una minore attenzione rispetto all’intertestualità dantesca.
È
 vero tuttavia che il riflesso critico dei poeti e degli scrittori contemporanei è un approccio complementare all’opera del “Sommo Poeta”, rispetto al pensiero accademico istituzionale. Sullo stesso sfondo si inserisce anche il progetto “Ri-citare Dante” di Paride Bianco, accortosi da subito che con il suo metodo ostativo e il riscatto del calco semantico poteva concettualizzare Dante, formalizzare cioè delle rappresentazioni mentali che si proponevano nella sua ricerca. Metodo di un “fare” artistico nato dal bisogno di rinnovare il linguaggio della pittura, sperimentato fin dal 1983.
Nelle foto delle opere selezionate per il convegno, concettualizzare le terzine, ri-citarle assumeva l’esigenza di dare un senso alla rappresentazione che andava sviluppandosi nell’opera, il cui bassorilievo era vissuto come strumento legittimo di un’analisi critico-formale, poiché concettualizzare significa anche “giudicare”.
Non si trattava in questo caso di operare una parafrasi, di raccontare o di illustrare (di cui peraltro esistono dei lavori ragguardevoli di artisti storicizzati o di contemporanei affermati). Gli spessori del rilievo riflettono le parole delle terzine, se non addirittura una parte considerevole di uno stesso canto.
Rispetto agli scrittori e ai poeti, l’approccio di Paride Bianco nel concettualizzare la Commedia è stato di ragguagliare le terzine, calcolando il livello di spessore del bassorilievo idoneo a quella specifica citazione, per lasciare poi viaggiare l’intuizione, com’è possibile dedurre dalla lettura delle stesse opere.
Il dipinto del manifesto ufficiala del simposio, assunto dal canto XXX° del Purgatorio, è stato realizzato, come tutti gli altri, in olio e paraffina su carta riportata su tavola. A sceglierlo è stata la professoressa Bisconti dopo aver visitato in internet l’intera produzione dell’artista, e innalzatolo al ruolo per l’originalità del linguaggio.

Presentare delle opere nel ‘Tempio di Dante’ – ha affermato Paride Bianco – è quanto di più gratificante per il lavoro di un artista innamorato del Sommo Poeta. Ho ripreso Dante, ho cercato di scendere nelle terzine che ho scelto delle Cantiche; ho sentito i drammi che il Poeta ricorda ed evoca nel verso ad Apollo ‘fammi del tuo valor si fatto vaso’, e ho cercato di appropriarmene nelle evocazioni, nei colori dello spirito, nel dolore delle colpe. Ho cercato di copiarli e più ancora di interpretarli”. Sempre usando la tecnica dell’ostatismo”.
Nello specifico contesto tale metodo gli ha permesso di superare lo stato di esaltazione o di estasi che potevano fare di lui un connivente o un incauto, e di percorrere la strada della costruzione dei segni, di designare il complesso sistema delle terzine, per porlo, infine, su un livello di unità d’espressione, facendo del calco il paradigma stesso dei suoi versi.

1 Per la Toscana, interverrà Adele Dei dell’Università di Firenze, sul tema “Le Dante à contre-jour de Giorgio Caproni
2 C. OSSOLA, Un lume spento. Dante nel XX° secolo, Dante 2021appel à la communication

Giuliana Donzello